Elezioni Fondo Telemaco.

Vi ricordiamo che giovedì 31 marzo si terranno le elezioni per il rinnovo dell’assemblea dei Delegati del Fondo Telemaco. Potranno votare tutti gli iscritti al fondo. Il seggio sarà allestito all’ interno dell’ edificio II, piano terra, lato strada. Seguirà i seguenti orari di apertura: dalle 8.30 alle 9.30 dalle 12.30 alle 18.00

Comunicato Segreterie e RSU Tiscali Italia

Il 13 gennaio scorso alla presenza dei Segretari nazionali, territoriali e delle RSU, l’amministratore delegato e Presidente di Tiscali, Renato Soru, ha esposto l’andamento della società, le azioni di miglioramento apportate e i primi risultati ottenuti, manifestando inoltre di essere fiducioso nel consolidamento degli stessi risultati nell’arco del 2011 sino all’ottenimento di un chiaro margine positivo. Nello stesso incontro l’AD si è impegnato all’apertura di una serie di tavoli di confronto. Nello specifico si è recepita una generale disponibilità ad affrontare i temi riferiti a Premio di Risultato e relazioni sindacali. Si è inoltre preannunciata un’imminente riorganizzazione da condividere con le OOSS.

A distanza di 3 mesi, come ripetutamente denunciato dai vari comunicati delle RSU aziendali, non si è realizzato nulla di tutto ciò.  L’azienda ha anzi accentuato l’unilateralità delle sue scelte e decisioni, procedendo autonomamente, e senza alcuna comunicazione, ad azioni che contrattualmente prevedono il coinvolgimento delle parti sindacali, ignorando sistematicamente le richieste fatte dai rappresentanti dei lavoratori e dalle stesse Segreterie territoriali.

Di seguito gli argomenti oggetto delle nostre considerazioni:

Riorganizzazione aziendale. Quelle che inizialmente venivano maldestramente celate come “mini-riorganizzazioni” o iniziative singole, risultano ormai palesemente delle corpose riorganizzazioni generali dell’azienda. Negli ultimi mesi ci sono stati accorpamenti e soppressione di funzioni, spostamenti di risorse, ristrutturazione di interi settori, contrattazioni individuali per la fuoriuscita di personale, modifica della mansione per diversi lavoratori (spesso verso ruoli nettamente peggiorativi o che li hanno riportati a mansioni equivalenti al livello di ingresso in azienda, vanificando di colpo la crescita professionale, il ruolo e le competenze acquisite negli anni).

Ad eccezione di un incontro di carattere generale in cui l’AD (a seguito di un comunicato sindacale) ha manifestato alle RSU l’intenzione di proseguire con una fase di riorganizzazione dell’azienda, in nessun altro caso vi è stato un coinvolgimento delle OOSS, confermando un orientamento volto a sminuire o minimizzare le relazioni con le rappresentanze sindacali. Non è stata condivisa nessuna comunicazione, neppure sul piano meramente formale, si è anzi preso atto che lo strumento per le comunicazioni ufficiali verso tutti i dipendenti in merito all’organizzazione societaria risulti ormai unicamente la pubblicazione sull’Intranet aziendale.

Definizione PDR 2010. Sono state fatte, anche formalmente, diverse richieste di incontro. Come sancito dall’accordo siglato a luglio 2010, gli incontri sono stati richiesti più volte a seguito della pubblicazione della 3° trimestrale 2010. Dopo molteplici rinvii un solo incontro è stato fatto il 5 gennaio 2011, successivamente a questo, e malgrado l’impegno dello stesso AD, non si è più avuta nessuna risposta.

Livelli 5S. Il vigente CCNL prevedeva che entro dicembre 2010 le aziende firmatarie individuassero le risorse appartenenti ai profili delineati per tale livello contrattuale al fine della successiva attribuzione. Nessuna risposta è giunta in merito, nonostante richieste e solleciti, neanche per affrontare i passi preliminari.

Riassorbimento dei superminimi. Risulta ormai prassi consolidata da parte dell’azienda quella di riassorbire gli aumenti contrattuali, contravvenendo in tal modo, eticamente se non legalmente, ai principi che stanno alla base dei rinnovi del CCNL ovvero al garantire ai lavoratori il mantenimento del proprio potere d’acquisto dinanzi all’avanzare dell’inflazione, come peraltro sancito da una recente sentenza del tribunale di Milano.

Visto dunque il reiterarsi ed intensificarsi di tale atteggiamento unilaterale, incomprensibile ed inaccettabile sul piano relazionale ed ulteriormente aggravato dal fatto che l’azienda sta dimostrando di tradire puntualmente quanto comunicato nelle sedi di incontro formale, le scriventi OOSS diffidano l’azienda Tiscali nel procedere ulteriormente in tali azioni e nel proseguire con tale comportamento, invitandola a convocare le OOSS in tempi brevissimi per affrontare tutti i temi aperti e fornire puntuali e immediate risposte. In assenza di un rapido e positivo riscontro saremo costretti ad attivare tutte le iniziative previste dal CCNL e dallo Statuto dei Lavoratori per la tutela dei diritti individuali, collettivi e di rappresentanza di tutti i dipendenti Tiscali.

LE RSU Tiscali e LE SEGRETERIE REGIONALI

SLC-FISTEL-UILCOM

Comunicazioni sindacali.

Care colleghe e cari colleghi,

vi scriviamo per comunicarvi che lo strumento del job posting  non viene di fatto più utilizzato dalla nostra azienda.

Infatti, dato che la comunicazione verso l’interno non pare essere il suo punto di forza, in queste settimane la stessa si sta concentrando sulla comunicazione verso l’esterno, pubblicando annunci su portali dedicati al lavoro e allo sviluppo professionale come LinkedIn.

Le figure ricercate sono programmatori Java, Android, iPhone, iPad e Flash.

Se qualcuno di voi fosse interessato, gli annunci possono essere consultati a questi link:

 

http://www.linkedin.com/jobs?viewJob&jobId=1465423&goback=.nmp_%2A1_%2A1_%2A1_%2A1_%2A1&trk=nmp_rj_job

http://www.linkedin.com/jobs?viewJob&jobId=1474151&goback=.nmp_%2A1_%2A1_%2A1_%2A1_%2A1&trk=nmp_rj_job

 

E’ oltremodo un paradosso che si cerchino all’esterno delle figure professionali quando con un’ oculata gestione della riqualificazione professionale interna , avremo sicuramente un’ampia possibilità di scelta. Pensiamo sarebbe doveroso da parte dell’azienda attivare corsi di formazione e training on the job non solo per i settori di front end ma anche per le aree di sviluppo che riguardano settori, evidentemente strategici.

Il limite.

Qual è il limite oltre cui non è più sostenibile il ricatto sulla perdita del proprio posto di lavoro?

Qual è il limite oltre cui non è più sostenibile l’immotivato rancore che ci si vede scaricare addosso per colpe mai commesse? E qual è, soprattutto, il reale beneficio che si ottiene nel subire tutto questo?

Ci si può abituare a convivere con la menzogna, la minaccia, il ricatto, l’arroganza, l’umiliazione?

Quotidianamente ci sono colleghi che ci raccontano di colloqui in cui vengono invitati a lasciare la società dietro minimo compenso (che poi, quando riguarda più persone, si chiama esodo incentivato) e che vengono quasi “accusati” di svolgere delle attività inutili, come se peraltro queste fossero state scelte dal lavoratore e non dall’azienda. Quotidianamente vengono dunque cancellate attività e mansioni, che nessuno prende in carico come se mai fossero servite. Ogni giorno abbiamo notizia di colleghi bruscamente demansionati, come se dieci anni di onorato e silenzioso lavoro non fossero mai esistiti.

Sia ben chiaro, nel mezzo ci sono anche iniziative giuste, ma i modi con cui vengono portate avanti restano decisamente opinabili.

La comunicazione ufficiale degli spostamenti sovente non avviene tramite l’ufficio preposto, ma tramite un addetto alla logistica che, novello Caronte, contatta il malcapitato di turno per accompagnarlo con i suoi averi al girone di destinazione. I responsabili diretti spesso non vengono informati (colpevoli di avere uno di quei fastidiosi livelli intermedi), ma si limitano a prendere atto dell’accaduto. I “superiori” negano di essere stati coinvolti, seguendo in molti casi la via tracciata da Ponzio Pilato.

I settori “core” dell’azienda pare siano diventati la gestione documentale e l’assistenza tecnica. La domanda diventa: d’accordo internalizzare le attività, ma siamo un call center o un’azienda di Telecomunicazioni?

C’è un oscuro piano, ben delineato quanto preoccupante, o si tratta di banale e incontrollata impulsività? O l’azienda sta “strambando”, per usare un linguaggio velistico, verso un’altra direzione a noi non nota né minimamente condivisa con i rappresentanti sindacali e i lavoratori?

Vorremmo capire, quantomeno per prepararci all’impatto.

 

Nel mentre recepiamo le reazioni dei clienti, che paiono sempre meno in termini numerici e sempre più scontenti. Quello che solitamente viene definito “Customer Care”, ovvero il settore che dovrebbe prendersi “cura del cliente”, pare fastidiosamente visto come un covo di persone inutili, incapaci e poco produttive. Del resto, per chi non ha mai gestito una chiamata di Front end si tratta solo di alzare una cornetta e dire con cortesia buonasera.

Visto che gli addetti sono considerati inetti e svogliati, via con le automazioni. Sacrosante, ma non se vengono fatte talmente in fretta (che ci vorrà mai, del resto), che nessuna di queste funziona, se non raramente o dopo corpose modifiche e aggiornamenti. Del resto nel felice mondo fatto di finta semplicità e forzato ottimismo questo non sembra aver alcun valore, si tratta al massimo di piccole rifiniture da fare successivamente.

Nel mentre i clienti non chiamano più, non perché soddisfatti e privi di necessità, ma perché il risponditore automatico li ringrazia e gli chiude il telefono in faccia. Non sempre, però. Capita anche che li spedisca verso un settore a casaccio: vuoi assistenza tecnica? Vai al settore amministrativo. Vuoi assistenza per la tua fattura? Vai al gruppo che sblocca gli ordini in fase di attivazione.

Qualche cliente probabilmente dirà: vuoi che ti paghi? Vai al diavolo!

Le disdette intanto sembrano aver fatto una bella inversione di tendenza nell’ultimo mese, aumentando di circa una volta e mezzo! Forse è un caso, perché nell’isola felice che viene sistematicamente descritta dal vertice aziendale così non è.

Peccato che anche l’ACR dell’assistenza tecnica clienti indichi il contrario: nel mese di febbraio ha toccato punte percentuali mai così elevate. Che possa esserci una correlazione con le disdette? A voi la risposta ….

 

Forse siamo noi che non riusciamo a vedere oltre. Quantomeno perché ignorati e privati di qualsiasi informazione basilarmente prevista nel concetto di “relazioni industriali”. Relazioni che sussistono solitamente in qualsiasi azienda che vada aldilà delle dimensioni di una bottega.

Al posto dell’orizzonte che avevamo di fronte prima, appare ora una linea in costante avvicinamento, come quella che si vede quando si percorre un torrente: a momenti l’acqua è calma, in altri impetuosa, ma si avanza inesorabilmente, trasportati dalla corrente, senza riuscire a governarla o contrastarla, dritti verso quella linea. E’ il limite, oltre cui c’è la cascata.

Cagliari 11/03/2011                                                                                                                      Le RSU Tiscali Italia

Relazioni Zero

Ultimamente l’azienda convoca i sindacati solo a seguito di comunicati appassionati pubblicati sulla Tintra.

C’è da dire che il sindacato non è solito non presentarsi o non rispondere in tempi ragionevoli alle richieste di incontro, anzi: si presenta pure quando le richieste di incontro pervengono a poche ore di distanza dall’incontro stesso.

Ultimamente l’azienda ha preso l’abitudine di ignorare o di rispondere con un generico ‘pianificheremo’ alle richieste d’incontro del sindacato, pure se i temi all’ordine del giorno sono temi che si sarebbero dovuti affrontare 3 mesi prima.

È da più di un mese che chiediamo all’azienda di calendarizzare uno o più incontri per parlare di chiusura aziendale nel periodo estivo, di adempimenti relativi al livello 5s, della situazione dell’assistenza MVNO e del NOC, ma l’azienda, troppo occupata in altre attività che comunque non condivide con il sindacato, non si degna assolutamente di darci udienza.

Riteniamo che questo sia un momento molto particolare per Tiscali, perciò crediamo che sia importantissima la comunicazione chiara e trasparente tra la parte aziendale e i lavoratori.

In un periodo denso di cambiamenti come quelli che si sono messi in atto ultimamente, riteniamo sia facile generare demotivazione e scontento nei lavoratori, sia in quelli direttamente coinvolti in azioni di riorganizzazione che in tutti coloro che vi assistono.

Inutile dire che questi stessi lavoratori dovrebbero essere riconoscenti per il solo fatto di avere un posto di lavoro. Noi sappiamo che lo sono, ma crediamo anche che l’azienda dovrebbe mostrare un po’ più di riconoscenza verso le persone che per tanti anni hanno sostenuto il carico delle più svariate richieste, a volte anche senza comprenderle.

Crediamo che, in Tiscali, i dipendenti passino spesso da una richiesta all’altra, senza priorità chiare e condivise, con scadenze che hanno dell’incredibile e che obbligano, spesso, a lasciare incompiuto un lavoro che il giorno prima aveva priorità assoluta e il giorno dopo viene relegato in fondo alla lista.

Non è questo un motivo che dovrebbe portare l’azienda alla gratitudine verso i propri dipendenti, rispettandoli un po’ di più come lavoratori e come persone? Non dovrebbe portarla a comunicare un po’ più spesso con loro, ad effettuare una valutazione trasparente che va dall’alto verso il basso, ma che si muove anche dal basso verso l’alto?

O al riconoscimento del livello inquadramentale dovuto?

E non sarebbe utile accogliere,  valutare e rispondere ai suggerimenti per il miglioramento dei settori che arrivano da chi sta in front-end?

Abbiamo sin troppo pazientemente ed educatamente atteso, ma evidentemente la comunicazione e le relazioni industriali, allo stato attuale, necessitano di differenti canali e strumenti e la nostra preoccupazione cresce.

 

Le RSU Tiscali Italia