Documento Conclusivo Comitato Settore TLC.

Il giorno 22 giugno 2012 si è riunito il Comitato di Settore unitario delle Telecomunicazioni di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil per analizzare lo stato della trattativa per il rinnovo del contratto di settore scaduto lo scorso 31 dicembre 2011.
Il Comitato di Settore approva la relazione introduttiva e le conclusioni assumendo i contributi emersi durante il dibattito.
In particolare, il Comitato di Settore esprime forte preoccupazione per lo scenario determinatosi e ribadisce la necessità di realizzare una svolta nel negoziato per raggiungere, in tempi brevi, il rinnovo del contratto.

Va respinta l’idea di produrre una rottura dell’assetto contrattuale, nell’idea che relegare il settore dei Customer in un contratto più povero possa consentire risparmi economici alle aziende committenti.
Tale visione, miope e anacronistica finalizzata a “balcanizzare” il settore dei customer, va respinta con forza rilanciando il valore del contratto unico quale strumento di regolazione dei processi produttivi e elemento anti dumping nella competizione commerciale.
E’ evidente, infatti, che la definizione di due contratti determinerebbe le condizioni per produrre forti processi di disgregazione delle imprese di telecomunicazioni nella ricerca spasmodica del contenimento dei costi.

Appare incomprensibile, a sei mesi dalla scadenza, che non si sia ancora definito l’accordo di rinnovo, lasciando decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori senza il doveroso recupero del potere di acquisto delle retribuzioni in un momento in cui la crisi economica richiederebbe nuovo slancio ai consumi interni.

Il Comitato di Settore impegna le Segreterie Nazionali e la delegazione trattante a realizzare un accordo di rinnovo basato sui contenuti della piattaforma e che comprenda, ineludibilmente, i seguenti aspetti principali:
• L’accordo deve garantire l’unicità del contratto disciplinando l’insieme delle attività di filiera.
Va respinta con fermezza ogni ipotesi di rottura della filiera con l’esclusione delle attività di customer.
• Introduzione di norme in grado di produrre tutele occupazionali nei confronti dei lavoratori dei customer nei casi di cambio di appalto e/o modifica delle condizioni dell’appalto. Tali norme devono permettere di garantire gestioni dei cambi di appalto in grado di mantenere l’occupazione sul territorio.

• Riconoscimento, nel testo contrattuale, delle nuove professionalità emerse arricchendo l’inquadramento attuale.
• Definizione di un aumento contrattuale che realizzi il pieno recupero del potere d’acquisto delle retribuzioni.
Per realizzare tali obiettivi il Comitato di Settore Unitario da mandato alle Segreterie Unitarie di avviare iniziative di lotta attraverso:
• Apertura immediata delle procedure di raffreddamento per aprire lo stato di agitazione con il blocco delle prestazioni straordinarie e supplementari;
• Apertura dei tavoli negoziali aziendali per la definizione degli accordi di 2° livello, l’irrigidimento dei tavoli sulle riorganizzazioni aziendali e particolare attenzione alla firma di accordi per la formazione che dovranno essere approvati solo a seguito di condivisione del progetto;
• Mandato alle Segreterie Nazionali per proclamare un pacchetto di 16 ore di sciopero da dichiarare nel mese di settembre.
L’eventuale ripresa del confronto dovrà essere realizzata attraverso il coinvolgimento della delegazione trattante che dovrà partecipare a tutte le fasi del negoziato.
Al fine di permettere la massima riuscita delle iniziative di lotta in corso, è necessario avviare una campagna di assemblee, di cui i territori forniranno i calendari alle strutture nazionali, che informi le lavoratrici e i lavoratori sullo stato della vertenza in corso.
A livello territoriale sarà, infine, necessario promuovere iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche esposte soprattutto per quanto riguarda le attività di customer, coinvolgendo le forze politiche territoriali sui rischi per il futuro dell’occupazione di questo settore.

 

Dichiarazione Stampa di Michele Azzola, Segretario Nazionale di SLC CGIL.

TLC: ASSTEL IRRESPONSABILE.
COMMITTENTI SCELGANO IN BASE A RESPONSABILITA’ SOCIALE AZIENDE.

“Irresponsabile il comportamento di Asstel”, questo il commento di Michele Azzola, segretario nazionale Slc Cgil, in riferimento alla rottura delle trattative per il rinnovo del Ccnl.
“Al tavolo non sono state poste pregiudiziali ideologiche su generiche clausole sociali – spiega il sindacalista – abbiamo soltanto chiesto di trovare una forma di tutela per gli occupati dei customer care all’atto del cambio di appalto.”

“In questi anni, soprattutto grazie agli incentivi contributivi, nel sud del Paese si è sviluppata una ingente attività di call center. Hanno trovato occupazione in questo settore migliaia di donne e giovani spesso alla prima occupazione. In alcune realtà, i customer hanno consentito di aiutare crisi industriali locali in maniera determinante, come ad esempio il caso di Taranto.”
“Ora, con la fine degli incentivi dello Stato, molti operatori stanno pensando di cambiare gli appalti – annuncia Azzola – facendo aprire nuove imprese in Italia (per ottenere, così, nuovamente gli incentivi) o spesso delocalizzando le attività in Romania, Albania, Tunisia, Egitto.
Un comportamento che mette a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro.”

“Abbiamo pertanto chiesto al tavolo contrattuale di introdurre norme in grado di evitare che, in nome di una finta libertà d’impresa che si traduce nello sfruttamento di opportunità a basso costo, le aziende mettano a repentaglio la vita sociale ed economica di intere comunità.”
“E’ irresponsabile che, in un momento in cui vengono chiesti al Paese sforzi impressionanti, aziende che continuano a tesaurizzare il 40% di utile rifiutino di assumersi la responsabilità sociale nei confronti dei territori che li hanno occupati – conclude Azzola.
Se queste sono le condizioni, sarà necessario avviare una campagna di sensibilizzazione non soltanto dell’opinione pubblica ma soprattutto dei grandi committenti, in special modo pubblici, perché sappiano scegliere gli operatori anche per il livello di responsabilità sociale che si assumono.
I lavoratori ed il sindacato non faranno mancare una adeguata risposta ad un comportamento così arrogante.”

Roma, 21 giugno 2012

Comunicato Rinnovo CCNL Telecomunicazioni

Roma, 21 giugno 2012

Ieri, 20 giugno 2012, dopo una lunga e anomala fase negoziale gestita, per volontà delle controparti imprenditoriali, con delegazioni ristrette, si è consumata la rottura del tavolo negoziale.

La delegazione sindacale presente ha avuto la forte percezione che la volontà delle controparti sia quella di rompere il contratto di filiera escludendo il mondo delle
Customer, al fine di poterne trarre un vantaggio in termini di riduzione dei costi sulle tariffe di appalto.
A ciò, si aggiunge la decisa contrarietà a inserire clausole che consentano una gestione responsabile delle crisi inerenti alle attività di customer, gestite tramite appalto, sulle quali le controparti hanno ribadito l’assoluta indisponibilità a introdurre nel contratto elementi che consentano la tutela occupazionale.

L’irresponsabilità e la miopia dimostrate impongono una risposta forte e decisa da parte dei lavoratori che non possono diventare il soggetto su cui scaricare la crisi economica che attanaglia l’Europa.

Inoltre, le controparti non hanno voluto affrontare i restanti temi della piattaforma,rilanciando una pressante richiesta di flessibilità sugli orari di lavoro e la necessità di disciplinare gli accordi sul controllo a distanza, facendo così registrare distanze enormi sull’insieme delle tematiche trattate.
Per tali motivi il Comitato di settore unitario, che si terrà domani 22 giugno, dovrà definire le iniziative più opportune per manifestare con fermezza la netta contrarietà del mondo del lavoro rispetto a un progetto scellerato e privo di prospettive.

Pensare di risanare i conti delle aziende di Telecomunicazioni attraverso una riduzione dei diritti e dei salari dei lavoratori rappresenta la modalità più anacronistica con cui le parti datoriali potevano pensare di rispondere alla crisi.
Il Sindacato e i Lavoratori del settore sapranno rispondere adeguatamente alla grave strategia adottata dalle controparti imprenditoriali.

Le Segreterie Nazionali
SLC-CGIL FISTEL-CISL UILCOM-UIL

Comunicato HDT.

Cari colleghi,

vi inviamo un aggiornamento relativo al settore HDT, riteniamo necessario fare un riepilogo delle attività sindacali svolte negli ultimi mesi; cogliamo l’occasione per commentare alcune vicende verificatesi di recente e per chiarire alcuni dubbi.

Un breve riepilogo: nel corso dei mesi di Febbraio, Marzo, Aprile e Maggio, l’azienda ha ritenuto necessario ripianificare le giornate di solidarietà al fine di risolvere dei problemi di performance riscontrati nei mesi di dicembre 2011 e gennaio 2012 (problemi che l’azienda temeva potessero estendersi anche ai mesi successivi).

Fin dal principio abbiamo fatto presente (all’azienda nel corso di tutti gli incontri svoltisi fino ad oggi e ai lavoratori tramite un comunicato) che la qualità del servizio non può essere misurata esclusivamente attraverso indicatori come l’ACR. La qualità del servizio percepita dal cliente è prevalentemente determinata dall’efficacia del servizio di customer care, ovvero dagli strumenti (di qualsiasi genere) che l’azienda fornisce all’operatore per risolvere i problemi del cliente in maniera rapida, possibilmente definitiva. Non solo, abbiamo sottolineato come la maggior parte dei problemi riscontrati all’HDT e in altri settori del Customer Care, lungi dall’essere determinati dall’introduzione dei contratti di solidarietà, fossero prevalentemente legati a lacune sul piano dell’organizzazione del lavoro.

L’azienda ha comunque ritenuto necessario perseverare nella propria decisione fino al mese di Maggio. Nel corso di questi quattro mesi ha inoltre introdotto un “sistema di incentivi” volto a premiare i team che hanno le performance migliori (secondo determinati parametri stabiliti dai responsabili dell’HDT). Anche in questo frangente il focus è stato posto su indicatori quali la durata della chiamata, la quantità di chiamate gestite in un’ora e altri indicatori che sono in relazione alla quantità e non sono direttamente correlati alla qualità del servizio offerto; anche in questa occasione abbiamo espresso forti perplessità sull’efficacia di tale intervento ai fini del reale miglioramento del servizio erogato al cliente. Successivamente all’istituzione del piano di incentivi l’azienda ha rilevato la necessità di riequilibrare la composizione dei team (forse per via del fatto che lo stesso team aveva vinto la maggior parte delle gare). Pur non potendo avanzare alcuna rivendicazione nell’ambito dell’organizzazione del lavoro e della costituzione dei team abbiamo chiesto che gli spostamenti avvenissero a partire dal mese di settembre e che i criteri adottati venissero comunicati in maniera trasparente ai lavoratori.

A partire dal mese di Giugno l’azienda ha comunicato la volontà di interrompere la ripianificazione delle giornate di solidarietà. Abbiamo chiesto che le giornate di solidarietà non effettuate nei 4 mesi di ripianificazione vengano distribuite in modo omogeneo nei mesi estivi (da Giugno a Settembre), possibilmente favorendo la sostituzione tra giornate di ferie (richieste e approvate) e solidarietà non godute.

L’azienda ha rilevato che la reintroduzione delle giornate di solidarietà avrebbe potuto creare problemi di copertura in corrispondenza delle giornate in cui i lavoratori sono assegnati alla turnazione TBS, contestualmente ha dichiarato di voler pianificare la giornata di solidarietà in giorni che non fossero attigui a un libero lavorativo o a giornate di riposo. La nostra posizione in merito non poteva che essere quella del rispetto di quanto previsto dall’accordo di solidarietà che dispone quanto segue:

Distribuzione della riduzione: una giornata di sospensione dell’attività lavorativa per solidarietà ogni tre settimane; la giornata di sospensione sarà osservata di regola in una giornata di venerdì o di lunedì contigua ad un fine settimana non lavorativo o comunque il lunedì successivo ad una domenica non lavorativa o in altra giornata contigua ad un giorno di riposo infrasettimanale”

in altre parole abbiamo chiesto che l’incidenza delle giornate di solidarietà non attigue a giorni di riposo fosse minima (esattamente come previsto dall’accordo).

Siamo convinti che, anche in questa occasione, sarà la capacità organizzativa dei responsabili a fare la differenza, un’attenta pianificazione potrebbe ridurre l’incidenza al minimo o addirittura a zero. Vi invitiamo ad aiutarci in questa attività e a segnalarci prontamente ogni anomalia.