Comunicazione post incontro 27 giugno.

Cari colleghi, come promesso vi scriviamo per aggiornarvi sull’andamento dell’incontro avvenuto ieri in Confindustria.

Come abbiamo già spiegato nei precedenti comunicati, l’incontro ha avuto luogo per discutere di due dei quattro temi per i quali i lavoratori Tiscali Italia hanno dato inizio alla mobilitazione che ha condotto al primo sciopero di due ore del 7 Giugno scorso.

I temi trattati nel corso dell’incontro di ieri sono stati la riorganizzazione aziendale e il PDR.

Relativamente alla riorganizzazione l’azienda ha esposto, in modo dettagliato e organico, i dati relativi alle variazioni organizzative che hanno avuto luogo nel corso degli ultimi sei mesi; per quanto concerne il PDR 2010 l’azienda ha ribadito la posizione mantenuta fino a questo momento, ovvero quella di non riconoscere il diritto a nessun premio per l’anno 2010.

Durante l’incontro abbiamo avuto modo di accennare alla questione dei superminimi.

Per quanto riguarda gli aumenti di Giugno, ci è stato detto che, visto l’impegno dell’azienda nel tagliare i costi, con ogni probabilità avrebbero continuato a fare quello che hanno fatto fino ad oggi, ovvero assorbire dai sesti compresi in su.

La discussione giungerà a conclusione venerdì primo Luglio, giorno in cui si discuterà di livelli 5S e di premio di risultato 2011. Pur ritenendo opportuno ascoltare le proposte dell’azienda anche sui questi ultimi due temi, non possiamo non osservare che allo stato attuale, su due dei quattro temi per i quali i lavoratori Tiscali si sono mobilitati, l’azienda non ha fatto proposte che riteniamo soddisfacenti. L’unica apertura dimostrata è stata quella di mostrarsi favorevole ad una serie di incontri da mettere a calendario con le RSU per esaminare gli spostamenti già portati a termine con la riorganizzazione oggetto della protesta.

A monte dell’incontro di venerdì potremo fare un bilancio complessivo delle proposte ricevute dall’azienda e, conseguentemente, valutare in assemblea se proseguire la nostra mobilitazione con nuove azioni.

A proposito di superminimi.

Avendo ricevuto numerose richieste di chiarimento riguardo la causa che per brevità possiamo chiamare dei “Superminimi Sky”, abbiamo decidso di iniziare a pubblicare qualcosa, nell’intento di provare a chiarire alcuni dettagli tecnici della vicenda.

Il Tribunale di Milano, in data 31 maggio2011 ha pronunciato una sentenza che riconosce l’illegittimità della pratica dell’assorbimento dei superminimi da parte di Sky Italia Srl.
La sentenza verrà depositata entro il 30 Giugno unitamente alle motivazioni, che faranno chiarezza sulle argomentazioni giuridiche utilizzate dal Giudice per sostenere questa importante interpretazione a favore dei lavoratori.
La portata della citata sentenza ha avuto le interpretazioni più disparate e, in questa fase, è opportuno fare chiarezza su alcuni aspetti della vicenda e sulla possibile estensione del dispositivo a casi analoghi, come quello di Tiscali.
Va premesso che operiamo in un sistema di “civil law”, nel quale le sentenze – e quindi la giurisprudenza – costituiscono un riferimento da cui i giudici di merito possono discostarsi senza necessità di giustificare il differente trattamento. L’assorbibilità dei superminimi è materia che viene trattata in qualunque manuale di diritto del lavoro e la giurisprudenza in materia è tutt’altro che univoca.

La vicenda prende le mosse da un ricorso ex art. 28 L. 300/70 (comportamento antisindacale) nel quale si fa riferimento all’assorbimento della seconda tranche dell’aumento contrattuale previsto in sede di rinnovo del CCNL.

L’ufficio Normativa a Contenzioso di SLC Cagliari sta analizzando con attenzione la causa in questione. Nel frattempo che tutte le informazioni sulla causa vengono raccolte e l’analisi sul da farsi conclusa,invitiamo tutti i colleghi interessati a una vertenza per la questione dei superminimi a mettersi in contatto con i propri RSU.

http://www.rsucgilsky.it/sky/risorse/sentenza_08_06_2011.pdf
Fraterni saluti
Le RSU SLC Tiscali Italia

Verbali d’incontro e d’accordo Tiscali Contact.

Verbale Incontro Rsa Tiscali Contact 17.6.2011

Verbale Accordo Rsa Tiscali Contact 17.6.2011 

 

 

 

 

Comunicazione sull’incontro del 20 Giugno.

Cari colleghi,
vi scriviamo per un breve aggiornamento relativo alla mobilitazione in corso; lunedì 20 Giugno abbiamo partecipato a un incontro convocato dall’Azienda in seguito allo sciopero svoltosi il 7 Giugno scorso. Erano presenti le segreterie territoriali, le RSU e, per l’Azienda, l’Amministratore Delegato Renato Soru, il Direttore Generale Luca Scano e il Capo del Personale Paolo Sottili.

L’Azienda, pur riconoscendo che la quota di adesione allo sciopero è stata alta, non ha presentato, in quella sede, alcuna proposta direttamente correlata agli specifici punti inseriti nella proclamazione dello sciopero.

Ciononostante si è svolta tra le parti una civile e costruttiva discussione attraverso la quale ciascuno ha cercato di argomentare le proprie posizioni. Al termine di questo confronto la delegazione ha colto la disponibilità da parte dell’Azienda a proseguire la discussione entrando nel merito dei punti per i quali è stato proclamato lo sciopero e, dando l’ennesimo segnale di responsabilità e moderazione, ha accettato di partecipare a un incontro che si terrà Lunedì 27 Giugno il cui ordine del giorno prevede i seguenti punti: Riorganizzazione Aziendale e PDR 2010.

Parteciperemo all’incontro del 27 Giugno con la determinazione di chi è convinto delle proprie ragioni e con la ragionevolezza e disponibilità di chi desidera trovare dei punti di incontro e mediazione che evitino ulteriori momenti di protesta. Siamo convinti che anche l’Azienda parteciperà all’incontro con lo stesso spirito costruttivo, proponendo soluzioni che consentano di concludere la mobilitazione.

In ogni caso sarà nostra cura aggiornarvi immediatamente sull’esito dell’incontro del 27 Giugno, non appena esso si sarà concluso.

Fraterni saluti

Le RSU SLC CGIL Tiscali Italia

Lunedì 20 giugno 2011 – ore 15

Incontro tra Segreterie , RSU e Renato Soru.

Vi aggiorneremo a conclusione di tale incontro.

Grazie a tutti voi!

Comunicato RSU Tiscali Italia

 

Nella giornata del 7 giugno 2011, abbiamo incrociato le braccia per 2 ore in oltre 250, circa il 40% del totale della forza lavoro.

 

Considerando il numero dei  colleghi precettati, quelli in ferie (obbligate e non) e in malattia, possiamo ritenerci enormemente soddisfatti del risultato  ottenuto.

 

All’azienda  continuiamo a chiedere più trasparenza nelle relazioni sindacali con l’auspicio di avere  “certezze” sul futuro occupazionale nella sede di Sa Illetta.

 

Con queste poche righe vogliamo ringraziare tutti voi che avete aderito all’iniziativa: è importante, nei momenti di incertezza, sostenersi l’un l’altro e dimostrare che siamo uniti.

 

Grazie ad ognuno di voi.

 

Le RSU di Tiscali Italia.

 

Cagliari , 09 giugno  2011

Uno sciopero “per”, non uno sciopero “contro”.

Non ho scioperato contro l’azienda, contro i cambiamenti o contro la ristrutturazione, ma “per” tutto questo, perchè, ancora, credo in Tiscali e voglio continuare a difenderla e sostenerla.

Sono ancora orgoglioso di pronunciare il nome Tiscali quando mi si chiede dove lavoro, quando scambio l’indirizzo email con qualcuno e tutti e due finiamo in “tiscali.it“.
Sono ancora più contento quando, ogni giorno, ho la conferma che Tiscali è conosciuta e stimata in tutta Italia, come e forse più della concorrenza che deve la sua fama soprattutto a spropositati investimenti pubblicitari.

Tiscali ha costruito la sua notorietà unicamente sulla qualità dei suoi servizi.

E’ per difendere tutto questo che ieri ho scioperato.

Nei visi dei colleghi che, con me, si sono riuniti all’uscita del Campus ho letto le mie stesse speranze: lavorare meglio, crescere insieme all’azienda, trovare il modo di farla rendere al meglio.

Sono più che convinto che Tiscali avesse e abbia bisogno di interventi determinanti, anche radicali, ma credo che questi possano, anzi debbano, essere progettati sul medio e lungo termine, perchè non si può pensare di affrontare e risolvere una crisi da un giorno all’altro, navigando a vista, col rischio di lasciarsi prendere dal panico e buttarsi su decisioni sbagliate.

Sono certo che molte delle decisioni prese siano utili, sensate, se non indispensabili, ma saperne i motivi, renderne partecipi tutti ed essere pronti a migliorarle insieme alle persone coinvolte, non può che tornare utile all’azienda.

Credo che le crisi vadano affrontate con determinazione e consapevolezza da parte di tutti, non solo per questioni di correttezza, ma sopratutto perchè solo dei lavoratori davvero convinti di quello che stanno facendo possono aiutare un’azienda ad  affrontare momenti simili.

E’ questo lo spirito che, in passato, ha fatto crescere Tiscali: la certezza di essere tutti coinvolti nella stessa sfida e la certezza che, insieme, la si potesse vincere; lo spirito che ha fatto nascere dal cuore di Tiscali tante idee vincenti.

Ora invece, la senzazione è quella di una divisione profonda, di un distacco sempre più ampio fra dirigenza e lavoratori, fra chi decide e chi deve fare e basta, senza sapere, senza pensare, come se di guai ne avesse fatti già troppi.

Un distacco che sta pericolosamente minacciando il mio entusiasmo, la mia voglia di fare, perchè non ho quasi più la certezza che facendo bene il mio lavoro tutto andrà bene, per me e per Tiscali.

L’ignoranza genera paura. Il sentirsi completamente esclusi dalle informazioni sulla situazione economica, sui progetti e sulle intenzioni dell’azienda, genera dubbi sulla conservazione del posto, sull’evoluzione dei progetti che si stanno seguendo, sulle condizioni di lavoro.

Non avendo certezze sulla direzione presa, nel grande, nel piccolo, nel concreto del mio lavoro quotidiano, comincio a perdere di vista il senso di quello che sto facendo.

La sensazione di essere considerato, come lavoratore di Tiscali, un perditempo da bar, un parassita che quasi ruba lo stipendio, un incompetente che possa essere spostato in qualsiasi momento da una parte all’altra, mi spinge verso la rassegnazione perchè mi sembra che fare il mio dovere ogni giorno e mettercela tutta non cambi nulla, né a me né all’azienda.

In questo clima, fra le scrivanie, nascono e scorrono voci incontrollabili, che crescono e presumibilmente deformano la realtà, ma non ci sono gli elementi per distinguere cosa sia credibile e cosa no e il panico aleggia.
E ancora più demoralizzante è cominciare a sentire le stesse voci all’esterno di Tiscali. “Ah, lavori da Tiscali, ma è vero che…”.

Trovare la forza di lottare contro la crisi, di inventare nuove soluzioni, di essere propositivi, di cercare, ogni giorno, le giuste motivazioni per venire a lavoro, diventa sempre più difficile… ma ancora non voglio rassegnarmi!

Non ho paura di sentirmi dire che l’azienda è in crisi, non ho paura di sentirmi dire che siamo pieni di debiti e la situazione è disperata.

Solo nella piena consapevolezza della situazione posso trovare la forza di lottare, solo sapendo quali sono i reali problemi posso affrontarli al meglio.

Ho solo paura di lottare alla cieca… è sfiancante.

E’ per questo che ieri ho scioperato: non è stato un atto di ribellione, ma una richiesta di aiuto: “Tiscali io ci sono, aiutami ad aiutarti!”.

Forse basterebbe davvero poco perchè tutti ritrovassimo lo spirito giusto: è così difficile sedersi insieme e parlarsi chiaramente per unire definitivamente le forze?

Un lavoratore Tiscali.

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Questa è una lettera aperta non firmata inviataci da un lavoratore Tiscali, con preghiera di massima diffusione.

Al momento il dato di adesione allo sciopero in nostro possesso si aggira sui 240 partecipanti.  Grazie mille a tutti, vi terremo aggiornati sulle prossime azioni.

Solidarietà dei colleghi della redazione

Riceviamo e diffondiamo la solidarietà da parte dei colleghi della Redazione. Vi ringraziamo moltissimo!

 

All’attenzione delle Rsu di Tiscali Italia

 

I giornalisti della redazione di Tiscali Notizie esprimono solidarietà ai colleghi di Tiscali Italia per lo sciopero proclamato dalle Rsu in data odierna. Il Comitato di redazione e i redattori condividono lo spirito e le motivazioni che hanno spinto la rappresentanza sindacale Tlc alla protesta estrema contro l’Azienda, con l’auspicio che le relazioni industriali, elemento essenziale e imprescindibile di un fruttuoso sviluppo aziendale, e l’applicazione del contratto tornino ad essere perno di un sereno e virtuoso cammino comune verso la prosperità economica e finanziaria della nostra Azienda.

 

Il Cdr di Tiscali Notizie

Maria Elena Pistuddi
Antonella Loi

Volantino Sciopero 7 giugno 2011

Perché Tiscali vada avanti, bisogna fermarsi un attimo!

 

Ci fermiamo, preoccupati, per sottolineare gli scarsi risultati ottenuti dalla direzione aziendale, perché vogliamo chiarezza sul nostro futuro e sul mantenimento del nostro posto di lavoro, con la disponibilità a rimetterci sempre in gioco ma nel rispetto delle professionalità acquisite negli anni.

 

Ci fermiamo perché siamo stanchi di pagare il conto per gli sprechi e le cattive gestioni di altri, di sentirci additare come colpevoli o fannulloni, perché vogliamo tornare ad essere considerati parte viva di questa azienda e non un pesante fardello.

 

Ci fermiamo perché i nostri diritti siano sempre riconosciuti al pari dei nostri doveri, perché gli accordi e il contratto vengano rispettati, e perché da parte dell’azienda vi sia un diverso atteggiamento, improntato alla reale e leale collaborazione e condivisione.

 

Ci fermiamo per chiedere meno parole e più fatti concreti, meno accuse e più fiducia, meno monologhi e più ascolto.

 

Ci fermiamo perché vogliamo che Tiscali vada avanti, ma non bendata verso un precipizio.

 

OGGI –  Martedì 7 giugno

SCIOPERO

 nelle ULTIME 2 ORE del turno lavorativo

 

Chi fa orario d’ufficio è invitato a trattenersi almeno un’ora davanti all’ingresso principale (dalle ore 15:20). Facciamo vedere che ci siamo!

Per dare un segnale forte, basta fermarsi un attimo. Ma serve l’adesione di TUTTI !!!

 

 

Motivazioni della proclamazione.

L’inconsistenza delle relazioni industriali che hanno reso impossibile l’avvio di qualsiasi confronto sindacale tra le scriventi OO.SS e l’azienda, nonostante i temi addotti fossero regolamentati dal CCNL di settore, di seguito :

–       Riorganizzazione aziendale funzionale a trasformazioni/innovazioni produttive con riflessi su orari ed inquadramenti posti in essere in assenza del prescritto approfondimento con le rappresentanze sindacali (art. 3, punto 17 CCNL TLC);

–       Premio di Risultato 2010– mancato rispetto dell’accordo nella parte che prevedeva l’informativa e relativo confronto sull’andamento al terzo trimestre 2010 (quarter);

–       Esame livelli 5s come prescritto dal CCNL entro il 31 dicembre 2010 azienda avrebbe dovuto concludere la valutazione delle professionalità per il riconoscimento professionale di riferimento;

 

Le RSU Tiscali Italia

Tanti sacrifici, pochi risultati.

DOMANI, 7 giugno i lavoratori di Tiscali incroceranno le braccia nelle ultime 2 ore di turno.

Arriviamo a questo epilogo dopo 24 mesi di gestione unilaterale e solitaria di chi ha pensato di “mandare avanti” questa azienda esclusivamente attraverso modalità sommarie e rigorose, quasi punitive, nei confronti dei lavoratori considerati quasi unici responsabili. Vogliamo ripercorrere brevemente i fatti, per sottolineare come in 24 mesi la “persona” e il “lavoratore” siano stati progressivamente intaccati:

  • eliminazione radicale delle pause senza alcuna mediazione;
  • divieto di spostamento dalla scrivania, anche con controllo attraverso le timbrature;
  • riduzione oraria dei part time;
  • riassorbimento degli aumenti contrattuali;
  • mancato riconoscimento dei livelli inquadramentali (ancora troppi 5° livelli non riconosciuti).

Era ovvio che questo sarebbe stato solo l’antipasto dei nuovi metodi democratici, dopo sarebbe arrivata la parte che mette in ginocchio la professionalità del lavoratore: a molti è stata tolta l’attività che, con fatica e impegno, avevano imparato a fare; certi sono dovuti tornare alle attività delle origini (annullando l’esperienza e la competenza acquisita in tanti anni); altri, già oberati di lavoro, hanno visto il proprio gruppo ridursi ulteriormente; altri ancora sono stati messi nelle condizioni di non lavorare (eliminate le attività, eliminate le risorse, eliminati i riferimenti, eliminata la possibilità di prendere decisioni in autonomia).  A tutti è stata tolta la motivazione.

Lontani sono i tempi in cui, aldilà della remunerazione, c’era senso di appartenenza, passione, orgoglio, idee, voglia di fare, di migliorare e di crescere, come quella di far crescere un’azienda che era sentita come “propria”.

Quello che c’era, e che non si voleva vedere ci fosse, ora non c’è più.

Ignorando professionalità, ruoli, conoscenze e capacità acquisite, ora le competenze sembrano convergere tutte nella stessa persona, che si “prende cura” di tutto, sceglie, decide e fa, senza che altri possano metterci bocca o possano partecipare attivamente, se non da obbedienti operai.  Con noncuranza, o semplice ignoranza, si tende a tralasciare il fatto che per far funzionare un’idea e renderla prodotto o servizio servano persone che provvedano allo sviluppo, all’integrazione dei sistemi, al coordinamento della attività tra i vari gruppi specialistici, alla messa in esercizio e al successivo supporto, al monitoraggio, alla fatturazione e al controllo dei pagamenti, alla gestione delle chiamate dei clienti e alla risoluzione dei problemi, dei guasti e dei reclami. Forse tutto ciò è complicato e sicuramente va semplificato, ma se si esagera ecco che le idee, anche quelle valide, finiscono con l’andare sprecate.

Si fa intendere invece che nessuno serva, se non chi è stato scelto direttamente dal vertice aziendale. Ne è riprova il fatto che tutti debbano andare in ferie in un mese che universalmente è considerato di piena produttività.

Non sarebbe stato più corretto e trasparente dire a tutti i dipendenti che questo si rendeva necessario per dare un bell’assestamento al bilancio (che non si è riusciti a risanare con altre azioni)?

Non sarebbe stato più sincero chiedere collaborazione più che sottomissione, sostituendo una volta tanto un po’ di dialogo ai toni irruenti e allo “spauracchio” della perdita del posto di lavoro e del ricorso alla cassa integrazione?

Abbiamo sempre contestato le modalità di applicazione di queste “sterzate” aziendali e abbiamo anche cercato di capire se in qualche modo tutto questo sia servito a qualcosa. Ovviamente, se siamo arrivati a questo punto, è perché neanche a questa domanda abbiamo mai ricevuto risposta.

I numeri saranno anche di difficile interpretazione, ma normalmente nelle aziende sane di questo si discute!

A noi non rimane che osservare.

Osservare un’azienda con sempre meno identità, che, rinnegando il suo passato, vaga alla ricerca di un futuro.

Osservare il fatturato che cala, i clienti che diminuiscono (saranno anche clienti “più buoni” ma sono sempre meno), le vendite che precipitano, il nome Tiscali affidato ad un Gallo, le strategie basate su un TG per cinesi e tunisini (splendida idea sociale e politica, ma probabilmente non un grande business salvifico) o l’attenzione concentrata sul far commentare gli articoli a chi visita l’home page.

Osservare che quest’anno non verrà erogato il PDR, che l’adeguamento dei livelli contrattuali rispetto alla professionalità acquisita è fermo da anni, che ancora una volta si intende ricorrere all’odioso riassorbimento dei superminimi …   Ulteriori sacrifici che, dinanzi all’aumento del costo della vita, finiscono per incidere ulteriormente sul bilancio familiare.

La cosa più triste è che, come i figuranti prezzolati per fare da supporter, ci viene anche chiesto di sorridere.

 

E’ ora di smettere di osservare e cominciare a farsi sentire: ne abbiamo l’occasione DOMANI, astenendoci tutti insieme dal lavoro nelle ultime 2 ore di ogni turno!!!  Farlo significa pretendere che chi dirige questa azienda continui a farlo ma in maniera trasparente, in modo da assicurare veramente a Tiscali e a tutti noi un futuro.

Le RSU di Tiscali Italia

 

NOTA. SCIOPERO: Il diritto di sciopero è garantito dalla Costituzione italiana (art. 40). Essendo un diritto di ogni lavoratore, non si è tenuti a denunciare la propria volontà di scioperare prima dello sciopero stesso.