8 giugno 2011
di slctiscali
Non ho scioperato contro l’azienda, contro i cambiamenti o contro la ristrutturazione, ma “per” tutto questo, perchè, ancora, credo in Tiscali e voglio continuare a difenderla e sostenerla.
Sono ancora orgoglioso di pronunciare il nome Tiscali quando mi si chiede dove lavoro, quando scambio l’indirizzo email con qualcuno e tutti e due finiamo in “tiscali.it“.
Sono ancora più contento quando, ogni giorno, ho la conferma che Tiscali è conosciuta e stimata in tutta Italia, come e forse più della concorrenza che deve la sua fama soprattutto a spropositati investimenti pubblicitari.
Tiscali ha costruito la sua notorietà unicamente sulla qualità dei suoi servizi.
E’ per difendere tutto questo che ieri ho scioperato.
Nei visi dei colleghi che, con me, si sono riuniti all’uscita del Campus ho letto le mie stesse speranze: lavorare meglio, crescere insieme all’azienda, trovare il modo di farla rendere al meglio.
Sono più che convinto che Tiscali avesse e abbia bisogno di interventi determinanti, anche radicali, ma credo che questi possano, anzi debbano, essere progettati sul medio e lungo termine, perchè non si può pensare di affrontare e risolvere una crisi da un giorno all’altro, navigando a vista, col rischio di lasciarsi prendere dal panico e buttarsi su decisioni sbagliate.
Sono certo che molte delle decisioni prese siano utili, sensate, se non indispensabili, ma saperne i motivi, renderne partecipi tutti ed essere pronti a migliorarle insieme alle persone coinvolte, non può che tornare utile all’azienda.
Credo che le crisi vadano affrontate con determinazione e consapevolezza da parte di tutti, non solo per questioni di correttezza, ma sopratutto perchè solo dei lavoratori davvero convinti di quello che stanno facendo possono aiutare un’azienda ad affrontare momenti simili.
E’ questo lo spirito che, in passato, ha fatto crescere Tiscali: la certezza di essere tutti coinvolti nella stessa sfida e la certezza che, insieme, la si potesse vincere; lo spirito che ha fatto nascere dal cuore di Tiscali tante idee vincenti.
Ora invece, la senzazione è quella di una divisione profonda, di un distacco sempre più ampio fra dirigenza e lavoratori, fra chi decide e chi deve fare e basta, senza sapere, senza pensare, come se di guai ne avesse fatti già troppi.
Un distacco che sta pericolosamente minacciando il mio entusiasmo, la mia voglia di fare, perchè non ho quasi più la certezza che facendo bene il mio lavoro tutto andrà bene, per me e per Tiscali.
L’ignoranza genera paura. Il sentirsi completamente esclusi dalle informazioni sulla situazione economica, sui progetti e sulle intenzioni dell’azienda, genera dubbi sulla conservazione del posto, sull’evoluzione dei progetti che si stanno seguendo, sulle condizioni di lavoro.
Non avendo certezze sulla direzione presa, nel grande, nel piccolo, nel concreto del mio lavoro quotidiano, comincio a perdere di vista il senso di quello che sto facendo.
La sensazione di essere considerato, come lavoratore di Tiscali, un perditempo da bar, un parassita che quasi ruba lo stipendio, un incompetente che possa essere spostato in qualsiasi momento da una parte all’altra, mi spinge verso la rassegnazione perchè mi sembra che fare il mio dovere ogni giorno e mettercela tutta non cambi nulla, né a me né all’azienda.
In questo clima, fra le scrivanie, nascono e scorrono voci incontrollabili, che crescono e presumibilmente deformano la realtà, ma non ci sono gli elementi per distinguere cosa sia credibile e cosa no e il panico aleggia.
E ancora più demoralizzante è cominciare a sentire le stesse voci all’esterno di Tiscali. “Ah, lavori da Tiscali, ma è vero che…”.
Trovare la forza di lottare contro la crisi, di inventare nuove soluzioni, di essere propositivi, di cercare, ogni giorno, le giuste motivazioni per venire a lavoro, diventa sempre più difficile… ma ancora non voglio rassegnarmi!
Non ho paura di sentirmi dire che l’azienda è in crisi, non ho paura di sentirmi dire che siamo pieni di debiti e la situazione è disperata.
Solo nella piena consapevolezza della situazione posso trovare la forza di lottare, solo sapendo quali sono i reali problemi posso affrontarli al meglio.
Ho solo paura di lottare alla cieca… è sfiancante.
E’ per questo che ieri ho scioperato: non è stato un atto di ribellione, ma una richiesta di aiuto: “Tiscali io ci sono, aiutami ad aiutarti!”.
Forse basterebbe davvero poco perchè tutti ritrovassimo lo spirito giusto: è così difficile sedersi insieme e parlarsi chiaramente per unire definitivamente le forze?
Un lavoratore Tiscali.
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Questa è una lettera aperta non firmata inviataci da un lavoratore Tiscali, con preghiera di massima diffusione.
Al momento il dato di adesione allo sciopero in nostro possesso si aggira sui 240 partecipanti. Grazie mille a tutti, vi terremo aggiornati sulle prossime azioni.
39.218056
9.085278